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Il “pensiero pirata”.
Il periodo tra Natale e Capodanno è sempre stato, per me, come un periodo di “bonaccia” per un marinaio. Come uno di quei giorni di acque calme senza vento che a Gallipoli si interpongono tra il vento di tramontana e quello di scirocco. E’ un momento nel quale riesce naturale dare un’ occhiata all’anno che finisce ed una all’anno che comincia.
A cavallo tra ciò che è già stato e ciò che ancora non è, c’è una finestra di “possibilità”: quella di permettere che un tuo spontaneo “pensiero pirata” prenda forza e si innesti dentro di te.
Un pensiero “pirata” perché non regolamentato dalla tua autorità interna o dal tuo senso del dovere, ma figlio solo del tuo “senso della felicità”. Un pensiero “pirata” perché crede alla ricerca del suo tesoro, non si lascia corrompere dal cinismo e non si lascia fermare da niente e da nessuno. Una convinzione anche piccola, ma che una volta innestata dentro, qualche frutto lo porta sempre. Fai un pensiero “pirata”. Proprio ora. E poi passa del tempo con lui.